venerdì 24 dicembre 2021

Tradizioni: Il Faló della Vigilia

Stasera come da tradizione abbiamo fatto il Faló. E guardandomi intorno mi sono resa conto che appartiene a un mondo rurale che sta sparendo... E ho sentito l'urgenza di parlarne... 

Nella zona siamo stati in due a farlo. E se devo dire la verità mi sono sentita triste. Per fare il Faló si accumulano fascine di legna nei mesi e poi a dicembre si prepara la pira da bruciare. La tradizione vuole che si inizi al tramonto. Il Faló servirebbe a scaldare il Bambinello appena nato. Si tratta però di una tradizione più antica che ha le sue radici nel solstizio d'inverno e nel ritorno del sole. Accendere il fuoco del falò simbolicamente significava propiziare il ritorno del sole, o meglio la nascita di un sole bambino, che sarebbe cresciuto con le stagioni. Le ore di luce che aumentano... Del resto il mondo pagano (che etimologicamente significa proprio della campagna, rurale) segue le stagioni, la Natura e nella Natura ha il Divino. Ma questa tradizione sta sparendo, vuoi perché bruciare sterpaglie o altro é sempre meno concesso a causa delle emissioni di anidride carbonica (CO2), vuoi perché si perde il senso delle cose, il cuore di vecchie conoscenze, che sembrano superate, inutili, ma rappresentavano anche momenti di coesione, dove si guardavano i Faló dei vicini e si cercava di capire come sarebbe andata la stagione agraria sulla base delle fiamme...
Chissà se riusciró a mantenere viva questa tradizione?

Buone Feste
Un abbraccio
Agrifoglio

lunedì 20 dicembre 2021

Rondelle di Agricoltura: Il Lavoro Agricolo (prima parte)


 Stavolta parleremo di quello che facciamo o che ci piacerebbe fare...Come sono le nostre giornate., lo diciamo scherzando su alcune cose, ma siamo seri sul fatto che si tratta di lavori faticosi e che richiedono dedizione

Speriamo vi piaccia. L'audio sotto lo trovate anche su Anchor, Spotify e Google Podcast.

         

Vi aspettiamo qui per i vostri commenti.

Un Saluto da Holly e da Junior

domenica 19 dicembre 2021

Tra Due Mondi: Scorci di Ricerca

Quando ho iniziato avevo detto che avrei parlato del mio lavoro precedente, del lavoro della Ricerca, mantengo la mia parola. Da dove inizio? Dal principio... Dal mio campo la chimica, dalla mia esperienza.. Si inizia con la tesi di laurea... Io sono ancora di quelli che ha frequentato un corso di laurea quinquennale.
Scorci del mio vecchio mondo

Quando si è dato il giusto numero di esami, adesso sono crediti da avere, si sceglie il gruppo, il professore con cui voler lavorare e si chiede di poter fare la tesi in quel gruppo, magari si arriva pensando di fare una cosa ma ti viene proposto altro, che incuriosisce di più...vieni riempito di tesi di altri se il lavoro non è nuovo, ma una prosecuzione, e articoli scientifici se va bene in inglese se no in tedesco o francese... e dopo aver passato almeno una settimana buona a leggere si inizia... I ricercatori, gli assegnisti, i dottorandi ti insegnano le tecniche che vengono utilizzate nel laboratorio, nel mio caso a sintetizzare (creare) le molecole che mi servivano per la ricerca che stavo portando avanti e a fare gli esperimenti che erano necessari per capire come funzionavano le cose. I mesi passano così tra esperimenti, letteratura, analisi e analisi dei risultati e per essere precisi chiacchiere, scherzi, musica, discussioni e ipotesi a volte senza senso, esperimenti falliti e riusciti. 

                             La vista che avevo

Alla fine si possono ottenere tante cose un prodotto particolare (una molecola) o capire un meccanismo, mettere a punto una tecnica, parlando del mio campo. E se il risultato è buono oltre alla tesi si può pensare di scrivere un articolo, e se qualcuno pensa che la ricerca sia il passo più difficile della cosa si sbaglia.. È qui che viene il bello... Ma ve ne parlerò poi. 
Spero di avervi incuriosito... 
Se avete domande e commenti, scrivete e vi risponderò.
Un abbraccio
Agrifoglio

domenica 5 dicembre 2021

Aggiornamento: Una Pianta Infestante e i suoi componenti

È qualche mese che sono sicura dell'identificazione della pianta di cui vi avevo parlato, ma per un motivo o per l'altro ho sempre rimandato il post... È stato grazie a una foto che ha fatto Junior ai fiori.


Quella che avevo non aveva mai prodotto un risultato chiaro e anche in quel caso era stata fatta da un amico apicoltore...  Aspettavo di fare la foto ai semi, ma come per il fiore il tempo è passato e mi sono sempre scordata di farla. Ieri sono andata per i campi a vedere se trovavo ancora qualche vecchia vestigia della pianta con qualche seme attaccato. Sono stata fortunata. E li ho trovati. 


Come detto le identificazione sono sempre difficili ma la pianta che infesta i miei campi è la  Pastinaca Sativa subs. Urens, l'ho capito grazie alla foto di Junior, che mi ha permesso di scoprire che la sub urens ha un ombrelllo di fiori gallo-verdi con 5-8 ramificazioni. Quella con più ramificazioni sarebbe stata una pastinaca sativa comune. Adesso che lo so mi piacerebbe capire come utilizzare la radice visto che molte fonti la riportano commestibile come la pastinaca comune o quella coltivata. Il problema è che la pianta è urticante. Bisogna fare attenzione e trovare qualcuno che ti insegni come consumarla in modo corretto, quando raccoglierla. Anche se è di moda il cosiddetto foraging non ci si improvvisa raccoglitori con le piante spontanee e i funghi. Spero di tornare qui e di parlare degli usi che avró scoperto, dei modi di raccolta, del perché infesta i miei campi, perché oltre al fatto di avere difficoltà a contenerla, potrebbe indicare qualche caratteristica come un terreno troppo compatto o ricco o povero in qualche componente, si perché le piante, possono essere spia di tante cose che riguardano il terreno e quelle più studiate sono appunto dette bioindicatrici. Vedremo.
A presto
Un abbraccio
Agrifoglio
P. S. Un ringraziamento a Junior che con la sua foto ha rimediato alla mia pigrizia anche fotografica. 

giovedì 2 dicembre 2021

Rondelle di Agricoltura :Episodio 3

In questo episodio ci confrontiamo su due tipi di Agricoltura quella Integrata e quella Biologica, parliamo di possibili effetti dei trattamenti sbagliati, dell'importanza della conoscenza e di insetti alieni, quelli che sono arrivati da altri posti creando pericolose infestazioni che possono portare alla morte delle colture come il cinipide del castagno. Sotto trovate l'audio e ci trovate su Anchor,Spotify e Google Manager. Fateci sapere cosa ne pensate. E cosa vorreste che vi raccontassimo dell'agricoltura. 

 

A presto 
Un abbraccio
 Agrifoglio 
 E un saluto da Junior

venerdì 26 novembre 2021

Divisa Tra i Mondi:l'Acqua (H2O)


Ero a fare due passi e osservavo la cascata vicino a dove vivo. Guardavo l'acqua turbinare e ho pensato al fatto che è un elemento che ha delle potenzialità incredibili, puó distruggere, ma senza di esso non esisterebbe la vita su questo pianeta. Come agricoltore l'acqua è un bene preziosissimo, da cui dipendono allevamenti e coltivazioni, beh in generale come ho detto la vita stessa.Dal punto di vista chimico è una molecola con delle proprietà straordinarie. Grazie al fatto che è una sostanza polare riesce a  solubilizzare molte sostanze  e grazie alla sua struttura e ai legami che crea si espande invece di contrarsi quando si solidifica, non non tutte le sostanze lo fanno l'acqua è un'eccezione... È un conduttore elettrico, forma dei reticoli straordinari anche a livello liquido... Quelli che sono chiamati ponti ad idrogeno che le conferiscono molte delle sue proprietà... Si chiamano proprio ponti e sono dei legami deboli che uniscono più molecole di acqua
L'acqua è una molecola polare costituita da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. Curioso che idrogeno e ossigeno in forma molecolare siano due gas infiammabili ed esplosivi. Ovviamente l'ossigeno alla concentrazione presente in atmosfera non è pericoloso, anzi è un'altro elemento della vita... Del respiro... La "magia" dell'acqua è spettacolare nello stato solido dove sono tantissime le forme cristalline.. del ghiaccio. Iniziamo a essere nel periodo giusto... La neve e i fiori del ghiaccio presentano tante possibili forme proprio per questa possibilità... Se ne contano ben 12..senza contare le forme amorfe. 
E poi bolle a una temperatura maggiore rispetto a quanto previsto se non formasse questi benedetti legami deboli, che le permettono di aderire alle superfici ma di scorrervi sopra al tempo stesso. Il fatto che formi sfere sugli oggetti dipende dalla sua capacità di occupare il minor spazio possibile e riesce a scorrere in spazi molto stretti rendendo possibile la risalita capillare nelle rocce e quindi la formazione di sorgenti. Ma non è facile condensare ciò che è in ambito chimico l'acqua... È anche pericolosa, se sbagliate la sequenza di mescolamento con acidi e basi la reazione produrrà molto calore e vi schizzerà addosso... Una volta c'era chi pescava con un certo elemento per la reazione esplosiva che genera... Poveri pesci. Se vi trovate in acqua e c'è un temporale a causa della sua capacità di condurre elettricità potreste ritrovarvi in una brutta situazione. Era tanto per parlare anche dei contro di questa Madre, Matrigna che è Straordinaria in tutto.
Questo era un piccolo riassunto di quanto un elemento così comune in realtà sia sorprendente se si va a vedere a fondo. 
Ma ne parleremo ancora, soprattutto in ambito agricolo, perché è importante la sua gestione e l'uso razionale.
A presto
Un abbraccio 
Agrifoglio

sabato 20 novembre 2021

Rondelle di Agricoltura: Secondo Episodio

 


Come vi avevo accennato il secondo episodio esce vicinissimo al primo per una ragione specifica: volevamo parlarvi della Giornata Nazionale degli Alberi che si terrà domani. Vi parleremo anche un po' dell'inquinamento in Agricoltura e di qualche piccola soluzione.  Si tratta ancora di episodi introduttivi. In cui cerchiamo di farci conoscere. Registrando a braccio ho imparato quanto sia difficile rimanere concentrati alle parole dell'altro e contemporaneamente pensare a una risposta e qualche volta mi rendo conto di aver capito dopo cosa si intendeva o non aver espresso il concetto come volevo...non per questo sono tornata a registrare, anzi, mi è di aiuto a capire meglio anche certe dinamiche... Questo per dire che anche se sembra, che lo dica,no non voglio disboscare il mondo, anzi. 😂😂😂Voi se avete voglia di fare domande non esitate. Per il prossimo dovrete aspettare un po' di più.

Ecco anche qui l'audio

 

A presto

Un abbraccio

Agrifoglio

Un saluto anche da Junior

venerdì 19 novembre 2021

Rondelle di Agricoltura:Episodio 1

 Come ho accennato nella pagina creata apposta qui sul blog, con un amico stiamo realizzando un podcast a tema agricoltura, perché pensiamo che se ne parli solo o in termini favolistici: si fanno vedere realtà perfette, come se la fatica non fosse presente, perciò a volte mi sembra che manchi la Terra come protagonista o in termini di grande inquinatrice, un tratto che ha in comune con la mia amata chimica. Vogliamo dare la nostra visione di persone che studiano e praticano agricoltura e come sia un mondo complesso, variegato. Non sempre sarete d'accordo con noi,o io e Junior l'una con l'altro, ma avremo sempre rispetto dell'opinione altrui. Non vi dico che non proveremo gli uni con gli altri  a mostrarci elementi a cui non avevamo pensato, ma mi piacerebbe che si facesse in un clima sereno. Mostrare che ci può ancora essere un confronto senza uno scontro. Ognuno potrà andarsene avendo cambiato idea o meno sulle cose, ma arricchito da nuove informazioni che ci daremo, quindi vi invito ad ascoltare e partecipare con i vostri commenti.

Ci trovate su Anchor e su Spotify e il podcast si chiama Rondelle di Agricoltura. Vi lascio anche qui l'audio incorporato.

   

 Ci sentiremo presto, molto presto.

Un abbraccio 

Agrifoglio

venerdì 5 novembre 2021

Natura Ciclica: La Stagionalità di Bulbi e Tuberi

Oggi volevo parlare della stagionalità di Cipolle, Scalogno, Aglio e Patate... perché hanno in comune la credenza che si raccolgano dappertutto tutto l'anno. 

Se chiedo a qualcuno quando si raccolgono le patate, ho sentito le risposte più disparate e se abitate al Sud, lontano dai monti della Sila, probabilmente avete ragione... Ci sono posti che le riescono a produrre quasi tutto l'anno, ma nel resto dell'Italia il periodo di raccolta è limitato da Giugno per le varietà precoci fino a settembre inoltrato per quelle più tardive. E allora com'è che un produttore può averle fino a gennaio, quando fisiologicamente, se non è stato troppo caldo e quindi iniziano prima, iniziano a germogliare? Questo è il segno che iniziano a essere pronte per essere rimesse a dimora. Le cultivar che si utilizzano peró spesso sono ibridi e ripiantare non fornisce lo stesso risultato. Ma dicevamo perché? Perché raccolte dopo l'appassimento delle piante si manterranno per mesi. La stessa cosa avviene per aglio e cipolla. La raccolta dell'aglio peró è limitata, al solito periodo anche al Sud non si produce tutto l'anno ma si raccoglie tra Giugno e Agosto e lo stesso discorso fatto per le patate vale per l'aglio. Della cipolla però si deve aggiungere una cosa, le varietà più dolci, da insalata come quella tipo Tropea (se non viene da Tropea è tipo Tropea o rossa da insalata), in genere si raccolgono per il consumo fresco quando le code sono ancora verdi e vigorose. Se la raccolta viene effettuata quando le code si sono seccante comunque non si conserveranno per più di tre-quattro mesi, poi inizieranno a germogliare e in questo caso, non si ripianteranno a meno di non volerne ottenere il seme, perché essendo una cultura a ciclo biennale, la cipolla va a seme, producendo un'inflorescenza composta da tanti fiori bianco verdi e quindi tanti piccoli semi.
 Le cipolle gialle in particolare, invece sono adatte alla conservazione e si manterranno fino a gennaio-febbraio, in condizioni di temperature adatte al periodo autunno-invernale. Cosa manca? Lo scalogno. Una coltura non molto diffusa, almeno fino a poco tempo fa e presente soprattutto nel nord dell'Italia. In genere, qui in montagna si raccoglie verso luglio-agosto e si mantiene fino all'inizio della primavera anche se alcuni lo mettono a dimora molto presto. Spero di aver detto tutto e aver chiarito che in genere alcune cose che trovate tutto l'anno in realtà sono raccolte in un periodo preciso e poi  conservate per essere vendute e consumate per il resto dell'anno. Se avete delle curiosità chiedete.
A presto
Agrifoglio
P. S. Non ho nominato l'uso delle celle frigo, perché per quanto utili, preferirei sempre far riferimento al fatto che ci sono cose che o vanno mangiate fresche o si conservano come tali a temperatura ambiente... Poi per ridurre lo spreco delle grandi produzioni sono necessarie.. 

lunedì 25 ottobre 2021

Divisa Tra i Mondi: Molecole di Zafferano

È qualche anno che sto provando a portare  avanti una piccola coltivazione di zafferano.


Qualche piccolo risultato forse lo sto finalmente vedendo quest'anno. Ci vuole tempo per capire come gestire alcune coltivazioni, a volte ci vuole testardaggine perché l'inesperienza fa fare molti sbagli. Magari uno legge molte cose, ma poi deve adattare la coltivazione al terreno, al clima, alle avversità, farne esperienza con qualcuno riduce i tempi ma pone anche nella condizione del "si fa così", e potrebbe limitare l'osservazione. Però ne parlo volentieri con chi ha la sua esperienza, per capire quante variabili ci sono in gioco, a cui magari, non avevo pensato. Mi piace il confronto, ma alla fine se non ci sbatto la testa non imparo, direbbe qualcuno di me... E allora ci sbatto la testa e la volta dopo farò un altro errore per non aver considerato qualcos'altro, ma del resto non mi piace mollare senza averle provate tutte. La prima volta che ho piantato lo zafferano l'ho lasciato inerbire troppo e ho fatto il doppio della fatica a pulire... Ma si sa, detesto eliminare persino le erbacce. Ho poi dovuto proteggerlo dalle incursioni dei selvatici... Pare che al cinghiale piacciano molto i tuberi, lo dico in modo ironico. Poi la popolazione dei cormi, si è ridotta per effetto di un attacco sotterraneo di topi di campagna ... Pare che questo zafferano piaccia proprio a tutti.. Nota: si chiamano cormi i bulbi che non hanno strati come le cipolle.
Allora l'ho spostato e non baulato come si fa di solito per la sua coltivazione. Lo scorso anno niente fiori, ma ha piovuto sempre. Così ho deciso di ripartite da zero e fare un impianto nuovo e vedere se ho imparato dai miei errori. Il vecchio è ancora lì. Ho tagliato l'erba, l'ho concimato un po' e basta... Quest'anno ha deciso di tornare a fiorire. Sono contenta. Il prossimo anno riuniró tutti i cormi e si vedrà...quello nuovo è appena partito e dovró aspettare di vedere come si adatta e se sapró gestirlo bene. Ma ho tergiversato e non vi ho raccontato delle molecole che sono contenute nello zafferano.. La crocina o meglio le crocine responsabili del colore, diciamo parenti del licopene del pomodoro e della zeaxantina del mais, le molecole responsabili del colore in queste due verdure. Si tratta di carotenoidi...come la provitamina A il beta-carotene...

 Ha un sacco di parenti questa crocina, beh, basta poco per avere una molecola al posto di un'altra. Spesso le piante hanno gli stessi precursori, molecole da cui partono, e poi attraverso azioni enzimatiche si costruiscono ciò che gli serve. In fondo anche noi gli assomigliamo...abbiamo meno geni di quello che si pensava perchè il corpo ottimizza, parte dallo stesso gene per fare cose diverse. Beh la crocina è un buon antiossidante... Tutti quei doppi legami lo dicono... Possono essere ossidati, prendere radicali che farebbero male e poi sembra che abbia anche un azione antitumorale e antinfiammatoria. Poi insieme alla crocina abbiamo la picrocrocina responsabile del sapore amarognolo e infine il safranale chegli conferisce l'aroma. Quest'ultimo si origina dalla picrocrocina durante il processo di essiccazione che deve essere il più veloce possibile, meglio non alla luce diretta del sole, al massimo entro i 50°C. 

Ma per essere buono lo zafferano deve maturare. Il primo anno non lo sapevo e ho provato a usarlo subito. Risultato pessimo. E anche se doveva già contenere abbastanza crocina non colorava molto e aveva un sapore erbaceo. Quest'ultima cosa è compatibile con quello che si legge in letteratura. Ma la crocina? Nonostante io abbia cercato per mari e monti di letteratura scientifica (articoli) questa cosa non è mai risultata. Il contenuto di crocina è predeterminato dalla specie, dal terreno e dalle condizioni pedoclimatiche. In pratica quello che si raccoglie contiene già il colorante, che deve essere idrosolubile. Lo è grazie alla presenza di quei gruppi laterali:gli zuccheri e il carbossile. Se no non sarebbe solubile, come il licopene, il betacarotene ad esempio, che si sciolgono nei grassi. 
Però sulla maturazione tutti i coltivatori concordano.. Dal mese ai tre...anche se io ho trovato uno studio che mostra come nel tempo lo zafferano si degradi. Magari è un bilancio di sostanze, non tutte note o che io non ho preso in considerazione durante la mia full immersion nella letteratura scientifica, ma la natura è complessa e spesso ci sfugge qualcosa. Lo zafferano ha attraversato i secoli, una pianta sacra in alcune culture e io che voglio capirlo in così breve tempo...ma si sa sono un tipo impaziente...vedremo come andrà a finire. 
Qualcuno di voi ha fatto esperienza con lo zafferano? Vi va di condividere con me nei commenti la vostra opinione? 
A presto
Un abbraccio 
Agrifoglio 

Alcune Fonti
-S. R. Sampathu, S. Shivashankar, Y. S. Lewis & A. B. Wood (1984): Saffron (Crocus Sativus Linn.) —
Cultivation, processing, chemistry and standardization, C R C Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 20:2, 123-157

-S. H. Alavizadeh, H. Hosseinzadeh (2014) Bioactivity assessment and toxicity of crocin: A comprensive review. Food and Chemical Toxicology 64, 65-80

- H. Himeno, K. Sano (1987) Synthesis of Crocin, Picrocrocin, Safranal by Saffron Stigma-like Structures proliferated in vitro. Agricultural and Biological Chemistry 51 (9), 2395-2400

martedì 12 ottobre 2021

Natura Ciclica: Ottobre nell'Orto


È arrivato Ottobre e con lui la pioggia e il calo delle temperature. Tanti lavori sono stati fatti. Tanti sono ancora da fare. Intanto che attendo una fioritura di cui vi parlerò più avanti, vi racconto come va e cosa si fa...Fra pulizia e nuove colture che arriveranno a primavera oltre a quelle autunnali che ci sono o matureranno.

   
 
E da voi cosa si fa? 
 Un abbraccio 
Agrifoglio

lunedì 4 ottobre 2021

Tra i Mondi: Aiutanti Nascosti

Faccio una premessa. Perché un suolo possa produrre sono necessari diversi elementi: calore, acqua, e tutti i composti necessari al nutrimento e alla crescita della coltura, come la sostanza organica del suolo. La sostanza organica si ottiene attraverso processi di degradazione portati avanti da insetti, batteri e da funghi. Ed è proprio di questi ultimi di cui vorrei parlarvi oggi. Osservavo un pezzo di legno, che stava decomponendosi e mi sono chiesta quale sia il processo che porta rami e foglie a diventare terriccio nel bosco. Ero sicura di aver letto qualcosa in un libro "psichedelico: " L' Ordine Nascosto" di Merlin Sheldrake e mentre leggevo mi sono chiesta quanti di noi sappiano quanto i funghi fanno in Natura.

 Lo sapevate che i funghi possono essere utilizzati per la bonifica dei terreni perchè si nutrono di una quantità di sostanze impressionanti: dagli idrocarburi ai rifiuti agricoli? E i funghi ottenuti, se sono mangerecci rimangono tali. Il corpo fruttifero rimane sano. Esistono funghi che, a Chernobyl, sono in grado di convertire l'energia delle radiazioni Gamma in energia chimica... Dei piccoli Hulk neri... E che c'è chi produce materiali, tessuti a partire dalle ife dei funghi. Sono degli organismi incredibili e molto utili, in grado di stringere alleanze improbabili. Se non ci fossero loro, il legno non decomporrebbe del tutto, la lignina rimarrebbe lì e si accumulerebbe, e invece si trasforma in humus e trattiene contemporaneamente tutto il carbonio che altrimenti tornerebbe nell'atmosfera. E poi è grazie ai funghi che sono possibili le fermentazioni che hanno permesso all'uomo di ottenere molti prodotti, dallo yogurt alla birra fino al pane. 
Questo mondo nascosto permette la comunicazione tra gli alberi, la fertilità dei terreni, può risanare, sicuramente può essere anche mortale, ma senza il loro contributo questo mondo sarebbe sicuramente differente.
Un abbraccio 
Agrifoglio

giovedì 23 settembre 2021

Momenti: Da Dove Entra la Luce

Ieri è stata una giornata piena. Non la so classificare brutta, perché di note positive ce ne sono state... Ma il passato e un dolore che non ho ancora superato del tutto, sono ancora lì. Nel voler bene c'è il rischio del dolore e della perdita, un rischio che ho sempre cercato di minimizzare, ben sapendo di essere di cuore tenero, cercando di non far entrare troppi nel mio intorno, ma per quanto accorta qualcuno riesce a scavalcare il muro... Trova la breccia e si infiltra nelle crepe.. Cohen diceva che è da lì che entra la luce. La luce entra ma anche le tenebre, che comunque fanno parte di ogni cosa. Ma poi il dolore c'è sempre, anche quando ti lascia per sempre chi hai amato e ti ha amato e quindi quel muro servirebbe a tenere fuori tutto, anche il bene. Un cuore che si difende costantemente non gioisce mai delle cose belle. Siamo stati abituati a pensare solo al dolore provocato dalle forme di amore romantico, ma se devo essere sincera mi hanno portato più dolori le altre forme di amore: quello fraterno, spesso incompreso, frainteso, approfittato. E così se dó fiducia a qualcuno, e questo dopo poco sbatte, senza volere, contro quella ferita, ingenuamente o per difendere sé stesso, comincio a pensare di fuggire, di ritirarmi di nuovo, che ho fatto male a fidarmi. Ma poi scopro che il dolore arriva lo stesso, da altre parti. Il dolore che lascia dietro di sé chi ci lascia. E alla fine penso anche a quello che potrei aver provocato io agli altri, senza saperlo, e così rimango, provo a fidarmi, a rischiare. 


È di dolore, fuga e mostri umani che parla questo libro, che ho comprato ieri e già letto a metà, un thriller ambientato nelle Highlands scozzesi, che mi ha colpito per la copertina ma anche per il titolo... La Dama Verde (di Karen Sander) una figura della mitologia celtica. La rappresentazione della Natura Selvaggia, salvifica e venefica. Non l'ho ancora incontrata nel libro, e sono curiosa di capire il suo ruolo. Il libro scorre veloce, non so se la fine mi piacerà o meno ma è il bello di lasciare che le cose vadano, senza dovermi preoccupare o pensare di fuggire, mi godo il viaggio letterario. L'unico mostro da cui non si riesce a scappare per sempre è il dolore, ma se scappo solo per la paura di provarlo, scapperó anche dalla gioia luminosa, e da quello che posso imparare attraverso queste esperienze, o no? 
Un abbraccio 
Agrifoglio

mercoledì 22 settembre 2021

Biodiversi: Il Pesco della Vigna

È arrivato il tempo della vendemmia e insieme sono arrivate le Pesche della Vigna. Per anni ho visto nei filari superstiti di casa mia questi alberini non tanto grandi esili, che arrivato settembre, più o meno al tempo della raccolta dell'uva, davano i loro frutti delle peschine gialle venate di rosa.

Ho sempre pensato si trattasse di un frutto selvatico perché rispondeva alle caratteristiche di molti selvatici: frutti piccoli, che si riproduce da seme (nocciolo). 
In realtà anche grazie a un mio amico che ha vissuto nel Chianti, ho scoperto che si tratta di una varietà antica: Il Pesco della Vigna. Chiamato così perché veniva piantato nei filari di viti, per dare ristoro durante la vendemmia. Infatti ha un sapore dolce ma con un retrogusto amarognolo, che lascia dissetati, rifocillati. Questo alberino è molto resistente a molte avversità del Pesco, quali la bolla, in cui si vedono le foglie accartocciarsi e tingersi di rosso fuoco. La bolla del Pesco, un fungo, che può risultare fatale per molti peschi innestati (si perché quasi tutti sono degli innesti) o comunque diminuirne la produttività, se non opportunamente trattati, con un fungicida. In biologico si usa la poltiglia bordolese un composto contenente solfato di rame e idrossido di calcio oppure ultimamente si sta provando la propoli, che sembra essere molto utile a questo scopo. 
Negli anni avevamo provato a mettere a dimora peschi innestati di vario genere, ma senza successo. Sottovalutavamo quello che avevamo già in campo, che pure utilizzavamo e consumavano. 
A un certo punto ci siamo accorti che non dovevamo andare lontano per trovare quello che volevamo. Era lì, esile ma forte con i suoi frutti profumatissimi, che ha sostenuto generazioni di agricoltori. 
E abbiamo smesso di cercare lontano dal nostro naso, anche per le altre specie concentrandoci sul recupero di tutto quello che è locale. Un giorno guardando in una riproduzione di un erbario tedesco di metà del 1500 ho trovato il mio pesco.. Lo chiama semplicemente pesco, segno che la specie che ha originato tutte potrebbe essere questa. Ne esiste una rossa di buccia e di polpa che spero di trovare da queste parti perché mi piace molto... Vedremo.. 

Prunus Persica L. Erbario di Leonhart Fuchs (1543)

Qualche nota in più... Se si piantano i noccioli la pianta che si ottiene ogni volta è simile alle altre ma leggermente diversa, come un figlio da un genitore: foglie più piccole o più grandi, più amaro o più dolce, frutti più o meno rosati più o meno grandi. È la sua bellezza. 
Devo aggiungere che con questa pesca, dalla buccia leggermente pelosa, si fanno anche delle marmellate buonissime.
Quando guardo questo pesco mi ricordo che non devo mai sottovalutare quello che sembra esile o quello che c'è già, perché nasconde spesso una grande forza ed è un grande tesoro. 
Un abbraccio
Agrifoglio 

mercoledì 8 settembre 2021

Momenti: Vita da Cimice

Stavolta parto da lontano per raccontare qualcosa di agricolo. Ieri è stata una giornata strana...premetto che pur avendoli, ho un rapporto discontinuo con i social, soprattutto FB, che tengo soprattutto per promuovere l'azienda agricola e per non dimenticare qualche compleanno, persa come sono nella settimana... La domenica avevo fatto un mercato agricolo e dato che era la prima volta, per promuoverlo, ho messo un po' di foto... Poi mi sono persa a guardare i post...Non so cosa scatta dentro ma mi sono ritrovata a dirmi che avrei dovuto smettere di pubblicare sul blog, che tanto non interessava a nessuno, che quello che dicevo era banale. Ho fatto un giro di chiacchiere prima con "Junior" il mio amico appassionato di agricoltura e poi con una donna super saggia, Niv. Mi sono resa conto che fa veramente male alle persone come me stare sui social: faccio un lavoro abbastanza in solitaria, a volte duro, bisogna ammetterlo, e spesso mi mancano il dialogo, le discussioni che avevo in laboratorio con amici e colleghi. Vedere ostentare di tutto: viaggi, amicizie, cibo, stili di vita e come dice Niv, non per la condivisione vera, per ricordare a qualcuno di lontano, qualcosa, fargli capire che lo pensi ci sta (oddio è pur vero che c'è il telefono) ma per i like, per mostrare ad altri ciò che si possiede (oggetti, animali e si, anche persone) mette in una condizione di disagio e inadeguatezza. In me scatta il senso di inutilità e solitudine. Uno si può chiedere tutto questo cosa c'entri con l'agricoltura, magari poco, ma valeva la pena di accennarlo, per chi, in un momento di sconforto pensa che la condivisione che sta portando avanti su un mezzo così "datato" come il blog, per il puro gusto di farlo, sia inutile. Io lo faccio per raccontare mestieri che altrimenti si vedono sia sui social che in TV estremamente distorti: la Natura mostrata sempre benevola che dà senza sforzo, senza sporcarsi che è il frutto di troppe foto di pura bellezza, di voglia di fuga dalla realtà e invece il laboratorio visto come fonte di malvagi complotti e di composti orrendi e non di menti al lavoro per comprendere e migliorare il proprio mondo e a me piace raccontare ciò che accade di vero, anche se a volte è sgradevole o difforme da quello che si sente. Confortata dal fatto che mi piace ancora pubblicare e scrivere sul blog, me ne sono andata sui pomodori, ben sapendo che mi aspettava un lavoro impegnativo:il calo delle temperature e un temporale hanno portato al declino di molte piante e quindi a pomodori malati, ormai la stagione è alla fine e non vale la pena di disperarsi per questo, succede, è un ciclo vitale.. Ma il resto, beh è un'altra storia.. 
Un'esplosione di cimici che non sono riuscita a contenere nonostante varie prove anche con l'olio di arancio dolce e un po' di caolino. L'azadiractina, la sostanza di cui vi ho parlato qualche post fa, non riesco a trovarla, se non in grandi quantità che so che non useró, e mi perplime l'idea di rendere amara la buccia del pomodoro... Mi sono quindi armata di un contenitore contenente acqua e sapone molle per affogarle. Dopo due ore di "caccia", dove le mie prede, cercavano di sfuggirmi buttandosi dal pomodoro, nascondendosi, per non cedere allo sconforto di questa opera che mi sembrava immane, mi sono ritrovata a pensare alla vita di una cimice umanizzata. C'era chi chiacchierava seduto sul bar pomodoro, chi prendeva il sole su uno sdraio immaginario, nonni e nipoti che parlavano, cimici "romane" (perché su un pomodoro di una varietà chiamata Roma) che ci provavano, cimici asiatiche che si compravano il pomodoro...una cosa un po' folle lo ammetto, ma mi sono distratta e il lavoro è andato via più veloce e con meno angoscia di non farcela a contenere... Anche se poi a umanizzarle c'è il rischio di non volerle più eliminare. Mi devo ricordare più spesso che la realtà fisica, seppur a volte difficile riesce a ridimensionare qualunque sconforto. Come diceva Pia Pera l'orto cura qualunque angoscia dell'anima, e io aggiungo anche gli amici giusti. Se qualcuno vuol fare qualche chiacchiera, domande o considerazioni, io sono qui. 
Un abbraccio
Agrifoglio

mercoledì 1 settembre 2021

Altri Mondi: Il Rumore delle Foglie

Ogni luogo è diverso, nonostante possano sembrare simili, ma alcune cose le riesco a cogliere solo con l'esperienza fatta in questi anni. Sono una persona profondamente Radicata nella mia Terra e mi sposto di rado, anche per via del mestiere che ho scelto, ma quest'anno sono tornata in un luogo in cui ero stata qualche anno fa, nella zona di Senigallia..Il posto è circondato dai campi. Quando ero venuta la prima volta il paesaggio mi era sembrato quello di un dipinto e ma non avevo saputo cogliere molte cose. Ho sentito il bisogno di fare un giro così ho preso la via che costeggia i campi e sentivo, in lontananza, un trattore che lavorava. Sapevo dal rumore che era un vecchio cingolato, ma dalla posizione in cui mi trovavo non lo vedevo. I campi sono tutti in pendenza. 


Ora sono praticamente tutti spogli e mi sono chiesta cosa ci fosse, probabilmente cereali o mais considerando il colore. In alcuni campi invece si vedevano i girasoli arrossati dal sole, pronti per la raccolta, e poi viti, olivi. La Terra qui è quasi creta, gialla, ma mi sono accorta di un particolare: ci deve essere acqua perché ai margini della strada ho visto molto equiseto (coda cavallina) e poi i rovi lungo la via erano verdi brillanti, nonostante l'estate torrida e arida. C'erano anche le canne, quelle usate come tutori per le piante. Mi rendo conto solo ora di alcune cose, perché le conosco. So come leggere alcuni segni della Natura che prima mi erano sconosciuti. 


Ho continuato a camminare. e ho visto che qui i pioppi hanno tronchi larghi come quelli delle querce, mentre da me sono alti ed esili, svettanti. Passando sotto uno di questi alberi è arrivata una folata di vento e subito le foglie hanno preso a battere e sembrava di sentire il rumore della pioggia. Possibile che da me non ci abbia mai fatto caso? Qui le loro fronde sono mantenute basse, magari è per questo che lo sentivo così distinto perché il suono era alla mia portata di orecchio e non in alto. 


Ad un tratto ho visto il trattore in lontananza e ho sentito la necessità di fermarmi, sedermi sull'erba e osservarlo. Arava come si ara da me in montagna andando dall'alto verso il basso, poi alzava l'aratro e tornava in alto e io lì lontana, ascoltavo il rumore il suo familiare cigolio ed ho avuto il bisogno di raccontare tutto questo a un amico che condivide con me l' interesse per l'agricoltura. Ma questo bisogno non si è placato e ho pensato di condividere queste osservazioni con chi leggere il mio blog.  Mi sono alzata e mi sono accorta che nell'invaso di acqua lì vicino c'erano due anatre (o forse due oche del Canada, non sono sicura), mentre dalle mie spalle è arrivato l'odore dei meloni che avevano raccolto. Credo che un luogo si possa iniziare a capire davvero solo quando si ha un'esperienza diretta, ma la continua meraviglia che si può avere attraverso l'osservazione è qualcosa che esula la conoscenza, come avevo notato nella mattinata. 


Questa è una Terra multiforme e in mattinata me ne stavo in riva al mare ad osservare le alghe arrivate sulla sabbia, segno di un Tempesta che si era consumata. La sabbia in questo tratto di spiaggia è fine piena di conchiglie che frantumandosi andranno a dare altra sabbia. Mi sono chiesta cosa avrei fatto se fossi vissuta in riva al mare. Forse avrei finito per andare a pesca o a raccogliere cose finite in riva dal mare per farne oggetti o opere d'arte come in un libro che ho amato molto e che si intitola Al di là del Mare di Lauren Walk. 


Il mare mi mette malinconia e voglia di camminare e mi sono ritrovata vicino a una macchia di piante protette, delle "biodiverse". Erano tutte spinose adatte al clima riarso della spiaggia. Sono comunque bellissime. Chissà cosa mi direbbe il mare se lo conoscessi come sto iniziando a conoscere la terra?

 
È voi di cosa avete fatto esperienza? Di cosa vi siete accorti perché prima, senza esperienza, non potevate vederlo? Sono curiosa.
Un abbraccio
Agrifoglio

mercoledì 25 agosto 2021

Natura Ciclica: Segnali d'Autunno

Da qualche tempo, nonostante il caldo e l'aridità noto che stiamo entrando nella stagione autunnale, quasi con fretta... Sono arrivate le libellule, che si librano sui miei campi e non le riesco a catturare con la mia macchina fotografica. Le giornate stanno cambiando colore e in modo per niente poetico sono arrivate mosche e mosconi, che speravo annunciassero un cambio di clima, del resto i segnali della Natura non sono sempre belli e bucolici. Non so se sono io che ho voglia di Autunno, ma no, direi che in questi anni ho imparato ad accorgermi che cambia l'aria, la luce. Purtroppo gli alberi che ingialliscono precocemente quest'anno sono il segno della siccità che ha raggiunto anche le loro profonde radici, non un segnale del cambio di stagione. Ho trovato anche un serpentello giovane giovane.. Anche lui nato in anticipo. Chissà se ho ragione e presto nonostante le sferzante del caldo arriverà l'autunno e io potrò rallentare? Intanto in campo ci sono ancora i pomodori, i peperoni, le melanzane ma fanno capolino le prime zucche e i cavoli e i cavolfiori crescono con forza. Come dico sempre, si vedrà.
Un abbraccio
Agrifoglio

sabato 14 agosto 2021

Biodiversi: Il prato

Sono giorni che penso a questo post e ogni giorno che passa, ogni momento di caldo e secco mi ricorda che devo parlare, devo raccontare ciò che si agita in me. Mentirei dicendo che non mi piace un prato ordinato, ma negli anni ho capito una cosa, il prato ben tenuto senza un fiore, non fornisce nutrimento, porta inquinamento e ruba risorse idriche preziose. Ci sono tanti bei prati curati intorno alle case, ma se devo scegliere tra dare nutrimento agli impollinatori: api, bombi, api solitarie, legnaiole, colibrì ape, sirfidi lasciando andare a fiore quello che ho piantato o tagliare il prato scelgo la prima opzione. Per il taglio dei campi aspetto che le fioriture abbiano fatto il proprio tempo. Questo a volte produce il solito effetto collaterale... Sono piena di margherite, aspraggine, cicoria, carota selvatica e se alcune hanno un valore altre erbe sono un po' invadenti...
 Ma se penso al costo che dovrebbe pagare la vita intorno senza impollinatori preferisco il disordine. Di sicuro per i prati ci sono erbe basse che danno dei bei fiori come il trifoglio bianco e il ginestrino ma il prato comunque sarebbe più alto della media, un po' ispido in alcuni punti. Penso al costo ambientale del continuo taglio, all'anidride carbonica emessa, ai combustibili bruciati (vabbè, ora ci sono taglia erba elettrici e ne ho uno), alla quantità di acqua sprecata per tenere il prato verde che potrebbe andare a irrigare campi riarsi e dare da mangiare. 
Si ci sono tante ordinanze per limitare queste pratiche ma chi ha quel prato non può vederlo rovinarsi o noterebbe la vita che c'è quando è pieno di fiori. 
Non vi dico che lascio crescere smodatamente sempre tutto perché intorno a casa c'è anche la necessità di muoversi in sicurezza, senza la paura di incappare in qualche vipera (che poveretta non ne ha colpa) ma vorrei evitare il pericolo e procedere a un quieto vivere per entrambe. Un altro modo si può e spero che molti arrivino ad adottarlo perché a me piange il cuore vedere tanto verde asettico e perfetto che è in realtà alquanto morto. Sono curiosa e cercherò di scoprire se esistono fiori piccoli per le api perché i prati per gli impollinatori sono pieni di erbe alte: fiordalisi, grano saraceno, facelia e tanti altri che sono ottime in un campo, ma non in un prato, in un giardino. Spero che accogliate questo appello a diminuire i tagli perché abbiamo tutti una responsabilità nel far vivere la biodiversità.
Un abbraccio
Agrifoglio

domenica 8 agosto 2021

Rimedi: Olio di Neem Imprevisto

Quando arrivano le infestazioni devi trovare dei rimedi che eliminino il problema e permettano di avere della verdura e della frutta sana e commestibile.
Le cimici, anche quelle verdi, rappresentano un problema molto ostico per gli agricoltori, specialmente quelli biologici. Si nutrono praticamente di ogni verdura o frutta e lo rovinano con le loro punture. Io le raccolgo e le elimino affogandole in una soluzione di acqua saponata, perchè in sola acqua non muoiono, ma quando diventano troppe urge un rimedio e l'olio di neem sembrerebbe fare al caso mio, se non che non è così. Gli agricoltori biologici certificati non possono usarlo, possono però utilizzare il principio attivo, l'azadiractina che viene estratto e utilizzato in prodotti autorizzati. L'estrazione è l'unico metodo utile perchè l'azadiractina è una molecola molto complessa e ci vogliono molti passaggi per sintetizzarla. Nell'audio di seguito vi racconto la storia dell'olio di Neem.
Spero di aver detto tutto quello che ho letto e di non aver dato delle informazioni imprecise. Se avete domande non esitate a commentare. 
 Un abbraccio. 
Agrifoglio 
P.S.Scusate il fiatone ma ho registrato mentre ero in passeggiata con il mio cane...ottimizzazione del tempo...forse

domenica 1 agosto 2021

Biodiversi: La scelta degli Zucchini

Questo è un post tosto preparatevi! Stavolta non vi parleró di varietà scelte per l'orto, ma di qualcosa che da quando ho iniziato questo mestiere mi perplime e a volte, devo dire la verità, mi procura non poche frustrazioni. Sono figlia/nipote di persone che hanno sempre vissuto in tutto o in parte della Terra: contadini, allevatori, pastori, mezzadri ho un po' di tutto questo nel mio sangue e sono stata abituata a scegliere la verdura ad un determinato punto di maturazione. Da quando ho iniziato a coltivare per mestiere, mi sono scontrata con quello che io offrivo con l'esperienza, soprattutto delle generazioni che sono venute prima di me, che hanno insegnato a scegliere cosa raccogliere e come raccogliere prima ai miei genitori poi loro a me, rispetto a quello che offriva il mercato. In particolare la difficoltà maggiore l'ho trovata con gli zucchini. Il mercato offre zucchini piccoli, il contadino raccoglie quelli grandi cresciuti in fretta. E io cosa offrivo e tuttora tento di offrire? Quelli da contadino.

 Ho provato a consumare quelli piccoli ma francamente non mi soddisfano mai.. Bolliti li trovo gommosi, ripieni non ci sta niente. Le persone quando tento di farli provare mi dicono che non gli piacciono...ho il dubbio che non si vogliano buttare a provare qualcosa di nuovo o che il vicino glieli abbia dati troppo avanti o che li abbiano tenuti a lungo, anche in frigo, prima di consumarli. Mi dicono che ci sono i semi, io li ho aperti. I semi in formazione ci sono in tutti. Quelli più grandi sono vuoti, se la zucchina è cresciuta come si deve. Ci vogliono settimane perché il seme porti a termine la sua formazione. 

Altra obiezione il cuore è spugnoso e lo devo scartare... Perché? si cuoce bene in padella e anche lessato a tocchetti non capisco cosa abbia di sbagliato... In quelli ripieni può fare da fondo della padella. I semi non si sentono, sono vuoti e poi i semi sono un concentrato di nutrienti e a meno di non avere problemi specifici che obbligano le persone a ridurre le fibre  sono ottimi.. Se no non si mangierebbero i germogli... 

A volte li raccolgo anch'io quelli piccoli.. Perché? Perché sono i primi  e la pianta tenterebbe di portare avanti solo quelli, smettendo di crescere, anche a livello fogliare, o perché vedo la pianta che non ha abbastanza vitalità. Insomma lo faccio per la pianta, non per il mercato...Sembra sempre che voglia rifilare qualcosa di poco buono e piano piano mi sto stancando di spiegare, porto quello che ho, se a qualcuno vanno bene, anche da grigliare, esulto, se no me ne sto lì e mi sento trattare come se non sapessi fare il mio mestiere...chiedendomi perché non c'è la persona che mi critica, al mio posto. So che è brutto da dire e forse cattivo ma è quello che passa per la testa di un contadino che lavora e offre i suoi prodotti con coscienza e si sente dire che le sue cose non sono abbastanza buone o belle perché coltiva in modo biologico, senza forzature, e seguendo le tradizioni. Avevo bisogno di dire certe cose, anche infelici, perché l'agricoltura è fatta anche di questo.
Un abbraccio
Agrifoglio

martedì 27 luglio 2021

Tra i mondi: La Distillazione della Lavanda

Tempo fa ho promesso a un'amica di fare un filmato mentre distillavo la lavanda e di postarlo. C'è voluto un po' di tempo perchè lo editassi. Non avendo un bastone per selfie perchè detesto gli autoscatti, anche se mi piacciono le foto fatte insieme a tutti gli amici lo ammetto, ho filmato lavorando con una mano e facendo numerose pause durante il filmato.


La distillazione in corrente di vapore è semplice: il vapore acqueo estrae e trascina via i componenti volatili  che poi dopo aver attraversato una serpentina raffreddata in bagno di acqua fredda, si ricondensano in un contenitore,dove acqua e olio si separano e si preleva in vario modo l'olio. 

Per fare questo 

Si riempie il contenitore con la giusta quantità di acqua. 

Si pone sopra un cestello, perchè la lavanda o altre erbe non si immergano nell'acqua stessa.  Si mettono le erbe ben pressate, per evitare che il vapore attraversando le erbe segua cammini preferenziali e non si estraggano bene gli olii

Si chiude il tutto.

 Si aggiunge acqua molto fredda nel contenitore di refrigerazione 

Si mette un termometro per monitorare la temperatura

Si accende su una fiamma media

Si pone un contenitore sotto il beccuccio di condensazione; io utilizzo una beuta perchè mi permette di vedere bene le separazioni di fase (acqua e olio sono due fasi diverse) nella zona in cui si restringe, ma ci sono contenitori fatti apposta che permettono la separazione immediata.

Si attende che l'acqua cominci a evaporare. Intorno ai 70°C si inizia a sentire qualche odore ma la quantità è molto piccola.

La distillazione vera e propria inizia alla temperatura di ebollizione dell'acqua (che dipende dall'altitudine rispetto al livello del mare)

Il liquido si condensa e cade nella beuta. L'unica accortezza da tenere è di mantenere freddo il bagno in cui è immersa la serpentina.

Con il mio distillatore la distillazione termina circa dopo una ventina di minuti e si ottengono un paio di mL di olio essenziale di lavanda per circa 300 g di fiori di lavanda. Spero sia interessante. Vi lascio al video

 Un abbraccio 

Agrifoglio

 


 

 



[ENG] If you find some mistakes please report to me

Some time ago I promised to a friend to make a movie while distilling lavender and to post it. It took some time to edit it. I haven't a selfie stick because I hate selfies, although I like photos shoot with all my friends I admit it,so I filmed working with one hand and taking numerous breaks during the shoot.

Steam distillation is simple: the steam extracts and drags away the volatile components which, after passing through a coil cooled in a cold water bath, condense again in a container where water and oil separate.

To do this:

The container is filled with the right amount of water.

It is placed on a basket so that the lavender or other herbs do not immerse in the water itself. The herbs are put well pressed to avoid that the steam passing through the herbs follows preferential paths and the oils are not extracted well.

Close the distillation container.

 Very cold water is added to the refrigeration container

A thermometer is put on in order to monitor the temperature

Ignite on a medium flame

A container is placed under the condensation spout (I use a flask because it allows me to clearly see the phase separations in the area where it shrinks, but there are specially made containers that allow immediate separation)

The water is expected to start evaporating  and around 70°C you start to smell some but the quantity is very small.

The actual distillation begins at the boiling temperature of the water (which depends on the altitude above sea level)

The liquid condenses and falls into the flask. The only precaution to take is to keep cold the bath in which the coil is immersed .

With my distiller, the distillation ends after about twenty minutes and I get a couple of mL of lavender essential oil for about 300 g of lavender flowers.

I hope you enjoy it 
Hugs
 Agrifoglio (Holly)

giovedì 15 luglio 2021

Biodiversi: Sai che Zucca...

In questo periodo il lavoro mi porta a stare molto lontano dal computer, entro nei social con uno sguardo rapido, rubando un po' il tempo ai miei lavori, per non perdermi troppo delle persone che seguo...che non sono molte, devo dire la verità, e poi scappo in campo.
Oggi sono venuti dei bambini di un campo solare, e li ho portati in giro per i miei campi a riconoscere le piante che coltivo e a far loro conoscere alcune piante curiose, che in buona misura sono zucche direi, che coltivo per i più disparati motivi.
Ho zucche lunghe chiamate napoletane, che possono arrivare a più di 20 kg di peso, sapide, lontane dal gusto delle zucche mantovane usate per fare tortelli.
Zucche trombette di Albenga che sono utilizzate sia acerbe, come zucchini, che come zucche gialle. 
Zucche palermitane chiamate serpenti di Sicilia che con il loro aspetto interno quasi vetroso sono utilizzate al Sud per farne minestre e se vengono lasciate crescere su delle pergole e seccare in campo donano dei contenitori duri e piuttosto resistenti o anche dei bastoni
E poi zucche chiamate luffe, più simili a dei cetrioli, dalle quali si ricavano delle ottime spugne, si ho proprio detto spugne... 
Siamo abituati a pensare che le varietà che esistono siano quelle che vediamo comunemente nei banchi di un mercato, invece sono tantissime quelle poco conosciute, con sapori e usi diversi da quelli che ci aspettiamo, che la cosa finisce per sorprenderci. 
Mi chiedo perchè limitarsi. La biodiversità è anche questo. Qualcuno di voi coltiva piante particolari? Vi va di raccontarmelo? 
Un abbraccio
Agrifoglio

lunedì 21 giugno 2021

Natura Ciclica:Il Solstizio d'Estate

La giornata più lunga dell'anno è appena finita e io me ne sto seduta fuori casa ad ascoltare i rumori della Natura e a pensare a questa giornata, che nel frenetico muoversi moderno sembra come tutte le altre, invece segna un cambio...Mi fa venire in mente le onde, quelle sonore, quelle elettromagnetiche, la luce, si perché la luce, la radiazione si può descrivere come un'onda e contemporaneamente un corpuscolo. Le onde hanno creste, massimi e minimi e in questo momento siamo in un massimo.. di ore di luce, ma il paragone con la luce stessa non è difficile da fare. Mi meraviglia sempre come abbiano potuto stabilire con precisione il giorno più lungo e quello più corto. Va bene il periodo ma in questo momento, tra un giorno e l'altro la differenza è di pochi minuti  Mi chiedo quanta osservazione abbia richiesto da parte delle popolazioni che celebravano questo evento notare il momentaneo interrompersi di questa crescita e la sua inversione. Il lavoro di questi giorni mi assorbe e anche se mi piace ricordare e in un certo senso celebrare questo passaggio, riesco a farlo solo la sera. Lo celebro perché per me i cicli della Terra sono importanti, ed è importante saperli riconoscere per avere una migliore conoscenza e connessione con la Terra stessa. 
Con una tazza di infuso di iperico ascolto i grilli, una raganella in lontananza e ammiro la danza delle lucciole.
 Curiosamente l'iperico o erba di San Giovanni, che è la pianta per eccellenza di questo periodo, è usata in forma di olio per curare le scottature del sole. L'infuso ha delle blande proprietà antidepressive, direi che rende l'umore più solare...
Detto questo vi auguro un Buon Solstizio. 
Un abbraccio 
Agrifoglio
P. S. Ah! Un' avvertenza alle ragazze che prendono la pillola di non assumere iperico perché nè annulla gli effetti... 

domenica 20 giugno 2021

Tra i Mondi: Il Suolo

Stavo preparando un post diverso, un audio dedicato al lavoro nei campi che si porta avanti nelle varie stagioni quando mi sono imbattuta in un tweet che parlava di una sostanza, la geosmina, un prodotto derivante dal metabolismo di alcuni vegetali come la barbabietola o dalla decomposizione di alcuni batteri e che è responsabile dell'odore di terra bagnata che sentiamo dopo la pioggia o se disturbiamo il suolo umido, muovendolo. In realtà si tratta di due composti. Insieme alla geosmina hanno isolato anche il 2-metilisoborneolo, che, come detto, insieme alla geosmina è responsabile di questo odore di terra. 
Queste sostanze possono essere presenti anche nell'acqua e nel vino e conferiscono un cattivo sapore ad entrambi, ragion per cui si sta cercando di eliminarli con vari  metodi, per il momento con poco successo, in particolare nel caso del vino, che perde alcune qualità organolettiche. Questo mi ha fatto pensare di non aver parlato, di non aver approfondito una cosa fondamentale della coltivazione, il suolo. Le Basi... diceva sempre un mio professore... Ma torniamo al suolo...intanto che leggevo, rimuginavo che queste sostanze sono correlate a quello che mi diceva un esperto di agricoltura organica rigenerativa.. Un suolo deve essere ricco di microorganismi (funghi, batteri, pseudoalghe) e altri organismi più grandi (vermi, formiche...) per essere sano e se lo è si capisce dall'odore.. Deve sapere di terra, di muffe.. Esattamente l'odore della geosmina, che anche se presente in basse concentrazioni è rilevabile dall'olfatto umano. Sono gli attinomiceti, insieme ad alcuni tipi di miceti e altri microorganismi a produrla attraverso la loro decomposizione. Gli attinomiceti sono microorganismi a metà strada fra i batteri e i funghi, vivono in terreni fertili ricchi di humus e hanno un ruolo attivo nella decomposizione della sostanza organica e nella liberazione dei nutrimenti presenti necessari alle piante per il loro sviluppo. Di conseguenza un suolo povero, sterilizzato, non può avere l'odore descritto. 
Ci dimentichiamo spesso l'importanza di quello che sta sotto i nostri piedi. Per avere una chioma forte, sono necessarie delle radici in salute e per ottenere tutto questo è necessario un terreno ben nutrito e sano.
Il suolo è un mondo complesso e affascinante e non si esaurisce in queste poche righe... Ma questa è un'altra storia
A presto
Un abbraccio
Agrifoglio

Fonti
-Pietro Violante "Chimica e Fertilità del Suolo" edizioni edagricole
-Ron G. Buttery and John A. Garibaldi Geosmin and methylisoborneol in garden soil Journal of Agricultural and Food Chemistry 1976 24 (6), 1246-1247

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