venerdì 24 dicembre 2021

Tradizioni: Il Faló della Vigilia

Stasera come da tradizione abbiamo fatto il Faló. E guardandomi intorno mi sono resa conto che appartiene a un mondo rurale che sta sparendo... E ho sentito l'urgenza di parlarne... 

Nella zona siamo stati in due a farlo. E se devo dire la verità mi sono sentita triste. Per fare il Faló si accumulano fascine di legna nei mesi e poi a dicembre si prepara la pira da bruciare. La tradizione vuole che si inizi al tramonto. Il Faló servirebbe a scaldare il Bambinello appena nato. Si tratta però di una tradizione più antica che ha le sue radici nel solstizio d'inverno e nel ritorno del sole. Accendere il fuoco del falò simbolicamente significava propiziare il ritorno del sole, o meglio la nascita di un sole bambino, che sarebbe cresciuto con le stagioni. Le ore di luce che aumentano... Del resto il mondo pagano (che etimologicamente significa proprio della campagna, rurale) segue le stagioni, la Natura e nella Natura ha il Divino. Ma questa tradizione sta sparendo, vuoi perché bruciare sterpaglie o altro é sempre meno concesso a causa delle emissioni di anidride carbonica (CO2), vuoi perché si perde il senso delle cose, il cuore di vecchie conoscenze, che sembrano superate, inutili, ma rappresentavano anche momenti di coesione, dove si guardavano i Faló dei vicini e si cercava di capire come sarebbe andata la stagione agraria sulla base delle fiamme...
Chissà se riusciró a mantenere viva questa tradizione?

Buone Feste
Un abbraccio
Agrifoglio

lunedì 20 dicembre 2021

Rondelle di Agricoltura: Il Lavoro Agricolo (prima parte)


 Stavolta parleremo di quello che facciamo o che ci piacerebbe fare...Come sono le nostre giornate., lo diciamo scherzando su alcune cose, ma siamo seri sul fatto che si tratta di lavori faticosi e che richiedono dedizione

Speriamo vi piaccia. L'audio sotto lo trovate anche su Anchor, Spotify e Google Podcast.

         

Vi aspettiamo qui per i vostri commenti.

Un Saluto da Holly e da Junior

domenica 19 dicembre 2021

Tra Due Mondi: Scorci di Ricerca

Quando ho iniziato avevo detto che avrei parlato del mio lavoro precedente, del lavoro della Ricerca, mantengo la mia parola. Da dove inizio? Dal principio... Dal mio campo la chimica, dalla mia esperienza.. Si inizia con la tesi di laurea... Io sono ancora di quelli che ha frequentato un corso di laurea quinquennale.
Scorci del mio vecchio mondo

Quando si è dato il giusto numero di esami, adesso sono crediti da avere, si sceglie il gruppo, il professore con cui voler lavorare e si chiede di poter fare la tesi in quel gruppo, magari si arriva pensando di fare una cosa ma ti viene proposto altro, che incuriosisce di più...vieni riempito di tesi di altri se il lavoro non è nuovo, ma una prosecuzione, e articoli scientifici se va bene in inglese se no in tedesco o francese... e dopo aver passato almeno una settimana buona a leggere si inizia... I ricercatori, gli assegnisti, i dottorandi ti insegnano le tecniche che vengono utilizzate nel laboratorio, nel mio caso a sintetizzare (creare) le molecole che mi servivano per la ricerca che stavo portando avanti e a fare gli esperimenti che erano necessari per capire come funzionavano le cose. I mesi passano così tra esperimenti, letteratura, analisi e analisi dei risultati e per essere precisi chiacchiere, scherzi, musica, discussioni e ipotesi a volte senza senso, esperimenti falliti e riusciti. 

                             La vista che avevo

Alla fine si possono ottenere tante cose un prodotto particolare (una molecola) o capire un meccanismo, mettere a punto una tecnica, parlando del mio campo. E se il risultato è buono oltre alla tesi si può pensare di scrivere un articolo, e se qualcuno pensa che la ricerca sia il passo più difficile della cosa si sbaglia.. È qui che viene il bello... Ma ve ne parlerò poi. 
Spero di avervi incuriosito... 
Se avete domande e commenti, scrivete e vi risponderò.
Un abbraccio
Agrifoglio

domenica 5 dicembre 2021

Aggiornamento: Una Pianta Infestante e i suoi componenti

È qualche mese che sono sicura dell'identificazione della pianta di cui vi avevo parlato, ma per un motivo o per l'altro ho sempre rimandato il post... È stato grazie a una foto che ha fatto Junior ai fiori.


Quella che avevo non aveva mai prodotto un risultato chiaro e anche in quel caso era stata fatta da un amico apicoltore...  Aspettavo di fare la foto ai semi, ma come per il fiore il tempo è passato e mi sono sempre scordata di farla. Ieri sono andata per i campi a vedere se trovavo ancora qualche vecchia vestigia della pianta con qualche seme attaccato. Sono stata fortunata. E li ho trovati. 


Come detto le identificazione sono sempre difficili ma la pianta che infesta i miei campi è la  Pastinaca Sativa subs. Urens, l'ho capito grazie alla foto di Junior, che mi ha permesso di scoprire che la sub urens ha un ombrelllo di fiori gallo-verdi con 5-8 ramificazioni. Quella con più ramificazioni sarebbe stata una pastinaca sativa comune. Adesso che lo so mi piacerebbe capire come utilizzare la radice visto che molte fonti la riportano commestibile come la pastinaca comune o quella coltivata. Il problema è che la pianta è urticante. Bisogna fare attenzione e trovare qualcuno che ti insegni come consumarla in modo corretto, quando raccoglierla. Anche se è di moda il cosiddetto foraging non ci si improvvisa raccoglitori con le piante spontanee e i funghi. Spero di tornare qui e di parlare degli usi che avró scoperto, dei modi di raccolta, del perché infesta i miei campi, perché oltre al fatto di avere difficoltà a contenerla, potrebbe indicare qualche caratteristica come un terreno troppo compatto o ricco o povero in qualche componente, si perché le piante, possono essere spia di tante cose che riguardano il terreno e quelle più studiate sono appunto dette bioindicatrici. Vedremo.
A presto
Un abbraccio
Agrifoglio
P. S. Un ringraziamento a Junior che con la sua foto ha rimediato alla mia pigrizia anche fotografica. 

giovedì 2 dicembre 2021

Rondelle di Agricoltura :Episodio 3

In questo episodio ci confrontiamo su due tipi di Agricoltura quella Integrata e quella Biologica, parliamo di possibili effetti dei trattamenti sbagliati, dell'importanza della conoscenza e di insetti alieni, quelli che sono arrivati da altri posti creando pericolose infestazioni che possono portare alla morte delle colture come il cinipide del castagno. Sotto trovate l'audio e ci trovate su Anchor,Spotify e Google Manager. Fateci sapere cosa ne pensate. E cosa vorreste che vi raccontassimo dell'agricoltura. 

 

A presto 
Un abbraccio
 Agrifoglio 
 E un saluto da Junior