mercoledì 8 settembre 2021

Momenti: Vita da Cimice

Stavolta parto da lontano per raccontare qualcosa di agricolo. Ieri è stata una giornata strana...premetto che pur avendoli, ho un rapporto discontinuo con i social, soprattutto FB, che tengo soprattutto per promuovere l'azienda agricola e per non dimenticare qualche compleanno, persa come sono nella settimana... La domenica avevo fatto un mercato agricolo e dato che era la prima volta, per promuoverlo, ho messo un po' di foto... Poi mi sono persa a guardare i post...Non so cosa scatta dentro ma mi sono ritrovata a dirmi che avrei dovuto smettere di pubblicare sul blog, che tanto non interessava a nessuno, che quello che dicevo era banale. Ho fatto un giro di chiacchiere prima con "Junior" il mio amico appassionato di agricoltura e poi con una donna super saggia, Niv. Mi sono resa conto che fa veramente male alle persone come me stare sui social: faccio un lavoro abbastanza in solitaria, a volte duro, bisogna ammetterlo, e spesso mi mancano il dialogo, le discussioni che avevo in laboratorio con amici e colleghi. Vedere ostentare di tutto: viaggi, amicizie, cibo, stili di vita e come dice Niv, non per la condivisione vera, per ricordare a qualcuno di lontano, qualcosa, fargli capire che lo pensi ci sta (oddio è pur vero che c'è il telefono) ma per i like, per mostrare ad altri ciò che si possiede (oggetti, animali e si, anche persone) mette in una condizione di disagio e inadeguatezza. In me scatta il senso di inutilità e solitudine. Uno si può chiedere tutto questo cosa c'entri con l'agricoltura, magari poco, ma valeva la pena di accennarlo, per chi, in un momento di sconforto pensa che la condivisione che sta portando avanti su un mezzo così "datato" come il blog, per il puro gusto di farlo, sia inutile. Io lo faccio per raccontare mestieri che altrimenti si vedono sia sui social che in TV estremamente distorti: la Natura mostrata sempre benevola che dà senza sforzo, senza sporcarsi che è il frutto di troppe foto di pura bellezza, di voglia di fuga dalla realtà e invece il laboratorio visto come fonte di malvagi complotti e di composti orrendi e non di menti al lavoro per comprendere e migliorare il proprio mondo e a me piace raccontare ciò che accade di vero, anche se a volte è sgradevole o difforme da quello che si sente. Confortata dal fatto che mi piace ancora pubblicare e scrivere sul blog, me ne sono andata sui pomodori, ben sapendo che mi aspettava un lavoro impegnativo:il calo delle temperature e un temporale hanno portato al declino di molte piante e quindi a pomodori malati, ormai la stagione è alla fine e non vale la pena di disperarsi per questo, succede, è un ciclo vitale.. Ma il resto, beh è un'altra storia.. 
Un'esplosione di cimici che non sono riuscita a contenere nonostante varie prove anche con l'olio di arancio dolce e un po' di caolino. L'azadiractina, la sostanza di cui vi ho parlato qualche post fa, non riesco a trovarla, se non in grandi quantità che so che non useró, e mi perplime l'idea di rendere amara la buccia del pomodoro... Mi sono quindi armata di un contenitore contenente acqua e sapone molle per affogarle. Dopo due ore di "caccia", dove le mie prede, cercavano di sfuggirmi buttandosi dal pomodoro, nascondendosi, per non cedere allo sconforto di questa opera che mi sembrava immane, mi sono ritrovata a pensare alla vita di una cimice umanizzata. C'era chi chiacchierava seduto sul bar pomodoro, chi prendeva il sole su uno sdraio immaginario, nonni e nipoti che parlavano, cimici "romane" (perché su un pomodoro di una varietà chiamata Roma) che ci provavano, cimici asiatiche che si compravano il pomodoro...una cosa un po' folle lo ammetto, ma mi sono distratta e il lavoro è andato via più veloce e con meno angoscia di non farcela a contenere... Anche se poi a umanizzarle c'è il rischio di non volerle più eliminare. Mi devo ricordare più spesso che la realtà fisica, seppur a volte difficile riesce a ridimensionare qualunque sconforto. Come diceva Pia Pera l'orto cura qualunque angoscia dell'anima, e io aggiungo anche gli amici giusti. Se qualcuno vuol fare qualche chiacchiera, domande o considerazioni, io sono qui. 
Un abbraccio
Agrifoglio

3 commenti:

  1. Carissima, troppo buona a definirmi saggia. Ho le mie cadute 😉 , ma grazie per la stima.
    Credimi, ho visto gente andar fuori di testa o stravolgere la sua vita per i social.

    A volte con gli insetti non si può avere pietà, ma è divertente il modo in cui le hai immaginate, qualcuno potrebbe farci un cartoon. 😀
    Un bacione cara Silvia

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    Risposte
    1. Anche sapere di poter cadere è saggio. La perfezione non esiste e credo che le persone sagge lo sanno bene.
      Chissà se qualcuno le disegnerebbe le mie cimici? Io c'ho provato ma con scarsi risultati. 🤣🤣🤣 Un abbraccio. Silvia

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