L'autunno è ormai inoltrato ed è iniziata la Discesa verso i giorni più bui dell'anno, ma non per forza tristi: mi aspettano le serate di lettura, di ricamo riscaldata dal fuoco che arde e dalla compagnia di un buon the e di buoni amici.
In questi giorni si ricorda chi non c'è più, gli Antenati, i cari e la Natura si fa traslucida, quasi potesse mostrarceli. Mi fa sentire un po' malinconica, ma mi fa riflettere anche su quanto è andato perduto. Tra le cose di un tempo ci sono certe colture, che solo a parlarne vengono alla mente le immagini sfocate di giovani ed anziane intente a filare, tessere e ricamare, anche se ha anche altri usi: il Lino.
Quest'anno ero fermamente intenzionata a provare a ottenere semi e fibra da questa pianta stupenda e così arrivato marzo, dopo aver senza successo cercato un rivenditore di queste sementi, mi sono decisa a piantare i semi che usavo in cucina.
Con mia madre abbiamo preparato il piccolo quadretto di terra dove avrei fatto la mia prova e seminato "a spaglio" i bei semi scuri, simili a lacrime.
Dopo qualche tempo sono spuntate tante piccole piante che giorno dopo giorno salivano senza sosta.
Ho atteso paziente di vedere i delicati petali azzurri che si schiudevano la mattina, per poi sfiorire dopo qualche ora, ma giudicate voi se non vale la pena di tanta attesa.
E dopo aver visto sfiorire e nascere tante verdi capsule ho atteso che diventassero dorate per mietere l'intera pianta. Ho lasciato che seccasse e allora ho battuto le capsule per liberarne i semi, atteso il vento per ripulirli, come facevano una volta. E alla fine ho ottenuto il mio primo raccolto di brune lacrime, così ricchi di preziosi olii e mucillagini, che possono essere utilizzati sia in ambito alimentare che cosmetico.
I fusti, mantenuti integri, li ho messi a macerare a terra per 40 giorni, quindi li ho essiccati. E ho atteso ancora. Quando mi sono sembrati secchi ho cominciato a strigliarli su di un sasso con un legno abbastanza levigato ( una sorta di mattarello) per iniziare a separare la parte legnosa dalla fibra. Una volta fatto ho cominciato a batterla per eliminare i piccoli pezzetti di legno che ancora erano incastrati. Poichè non avevo gli strumenti adatti mi sono ingegniata a trovare delle alternative. Alla fine le fibre dopo essere state pulite il più possibile vengono allineate per essere pettinate per separare le fibre lunghe da quelle corte.
Il risultato è la fibra che vedete sotto. Non tutta la fibra ottenuta è lunga. Tanta mi si è spezzata durante le varie fasi perchè ancora non ho esperienza, ma sono comunque soddisfatta.
Ho ancora da finire di pulire parte della fibra e dopo potrò filarla. Cosa ne farò? Magari qualche braccialetto da regalare. I primi fili che ho ottenuto li ho messi da parte per tenerli come ricordo.
E' stata un'esperienza bellissima fatta di tante attese, che, per me, che sono poco paziente, è stata veramente illuminante e direi quasi "terapeutica". Ovviamente ci sono tante cose da migliorare, dal tempo della raccolta alla macerazione, dal metodo per eliminare la parte legnosa a quello per pettinare la fibra, ma mi piace vedere come si fanno le cose, come si ottiene un filo...
I metodi per fare fibra li ho letti su varie pubblicazioni ma soprattutto su internet. Vi segnalo alcuni siti..uno dei siti parla di ortica ma vale anche per il lino:
Filato d'ortica
lino
lino 2
Che ne dite?
A presto
Agrifoglio
P.S. Dimenticavo una cosa importante, chi ,con i suoi bellissimi lavori mi ha ispirato e incuriosito a provare a ottenere la fibra dal lino:Arianna di
ArJànas. Guardate che meraviglia sono le sue creazioni!