L'agrifoglio ha un posto particolare nel cuore. E' la pianta che sento più vicina per carattere con le sue foglie verdi appuntite e le sue bacche rosse che sfamano gli uccellini.
L'agrifoglio (Ilex aquifolium) è una pianta appartenente alla Famiglia delle Aquifoliaceae.
Albero o arbusto dioico ovvero un piede porta fiori maschili e l'altro fiori femminili alto fino a 20 m allo stato spontaneo, ha chioma piramidale, corteccia
liscia grigia e rami verdastri, spontaneo in Italia.
Il legno è molto duro, compatto e di colore grigio chiaro;
si usa per sculture, bastoni, manici di utensili e lavori di
ebanisteria. Dal fogliame verde
scuro lucente, decorativo, con varietà variegate di bianco, crema o
giallo, e frutti che offrono un decorativo contrasto con il colore delle
foglie, coriacee,
persistenti, a margine spinoso nei rami più bassi delle giovani piante,
intero nelle piante adulte. I fiori piccoli riuniti in fascetti hanno 4 petali di colore bianco o rosato, unisessuali, quelli maschili
hanno 4 stami quelli femminili un pistillo con ovario supero sormontato
da 4 stimmi quasi sessili, durante l'inverno portano drupe globose di
colore rosso vivo lucente a maturazione, contenenti 2-4 semi.
In genere viene poco utilizzato in fitoterapia poichè, specialmente le bacche contengono componenti tossici per l'uomo, ma non per gli uccellini che si cibano delle sue bacche e sotto alla sua chioma trovano protezione.
La magia dell'agrifoglio
Fin dai tempi antichi l'agrifoglio è stato un simbolo di protezione contro il male a causa delle sue foglie appuntite
.
Nella tradizione scandinava l'agrifoglio è un albero benedetto da Odino con le bacche rosse per essere stato l'ultimo giaciglio di Baldur, il bel dio della vegetazione, ucciso dall'invidioso Loki.
In passato vi era l'usanza di mettere dell' agrifoglio sulla soglia
di casa al fine di impedire l'ingresso a persone o quant'altro di
negativo e dannoso.
Il nome inglese "holly" ricorda chiaramente la parola "holy" sacro.
Celti, Latini, Greci ed Etruschi hanno per questo arbusto la stessa visione: l’agrifoglio protegge dal male e garantisce
fecondità e continuità della vita. L’Agrifoglio è simbolo di paternità e amore fraterno ed è
sempre stato considerato simbolo di vita. Il suo legno veniva usato per
costruire ottime lance facilmente bilanciabili nelle mani di un
guerriero e precise nella direzione in cui venivano scagliate.
In inverno le pungenti foglie dell’agrifoglio non
hanno perduto il loro verde scuro e lucidissimo, e le bacche scarlatte
fanno capolino nel diffuso biancore, trasmettendo calore, vitalità e
allegria. Queste particolarità hanno fatto di questo albero un
simbolo del Solstizio d’Inverno, un inno alla rinascita imminente del
Sole caldo e luminoso, un augurio di gioia e buona fortuna per l’anno
che deve venire. Le sue bacche soprattutto, anticamente erano viste come
piccole eco del grande astro di cui si attendeva trepidanti il ritorno.
Per questo, qualche giorno prima del Solstizio si usava regalare dei
rametti di agrifoglio alle persone amate: essi rappresentavano
l’immortalità, la sopravvivenza oltre la morte apparente, e avrebbero
portato una piccola luce nel buio e un po’ di calore nel gelo, insieme
alla fortuna che proviene dai regni della natura sottili. I druidi
appendevano rami di agrifoglio nelle loro abitazioni per onorare con
amore gli spiriti della foresta, e dopo di loro questa usanza continuò
ad essere rispettata, con l’intento di allontanare sortilegi e fulmini,
di propiziare la fertilità degli animali e della terra, e soprattutto la
protezione dalle presenze malevole e dalla sfortuna. Le spine appuntite
delle sue foglie, infatti, mostrano senza alcun dubbio la sua funzione
di difesa naturale, di combattività verso ciò che è pericoloso o ostile,
di reazione attiva agli stati d’essere negativi. I fiorellini bianchi
dell’agrifoglio, appesi alla maniglia della porta di casa, si credeva
ostacolassero l’entrata di persone o entità dannose, e questa forza
magica si pensava fosse ancora più forte e potente se la porta stessa
fosse stata costruita con il suo legno duro e resistente. Soprattutto
durante le feste del Solstizio e del Natale una simile protezione
sarebbe stata auspicabile, dato che in tal periodo i folletti del bosco
si sbizzarriscono e sono molto più dispettosi del solito e si
sbizzarriscono con i loro scherzi e le loro malefatte. Un’altra
proprietà magica dell’agrifoglio era quella di ammansire gli animali
selvatici e imbizzarriti, nonché quella di rendere più dolce e
sopportabile il gelo dell’inverno, proprio come un piccolo Sole che
agiva in modi misteriosi, forse scaldando e rallegrando l’anima più che
il corpo.
Come albero simbolo del Solstizio d’Inverno, l’agrifoglio è anche legato
alla parte calante dell’anno, quella che dal momento di maggior
splendore del Sole porta al momento più buio e freddo. Esso rappresenta
il Vecchio dell’anno passato, il Re Agrifoglio dalla lunga barba bianca e
dal sorriso radioso che porta i suoi regali a chi ha conservato in sé
uno spirito bambino. Egli, che a seconda delle tradizioni assume nomi
diversi, non è altri che il dolce e caro Babbo Natale, che proprio per
non dimenticare le sue antichissime origini, ancora oggi porta
tradizionalmente un rametto di agrifoglio sul berretto. In Irlanda, se
si ricevevano rami d’agrifoglio prima del Solstizio, questi venivano
spazzati fuori subito dopo il Solstizio stesso, poiché non era di buon
auspicio conservare le cose dell’anno vecchio, ed inoltre in tal modo si
spazzava via tutto ciò che apparteneva al passato, potendo poi
cominciare un nuovo ciclo più leggeri e con lo sguardo rivolto non
indietro, ma avanti a se. Come accennato, l’agrifoglio era connesso
anche alla Fortuna che poteva pervenire dai regni sottili. Questa sua
magica caratteristica compare in una delle antiche leggende irlandesi
appartenente al Ciclo di Finn Mc Cumhail, nella quale si racconta che le
tre figlie di Conanan possedevano tre fusi costruiti con il suo legno.
Su di essi le tre Donne avevano posto matasse di filo fatato ed avevano
filato la sorte di Finn e dei suoi guerrieri, provocando il loro
imprigionamento e forse, con esso, una delle prove che essi avrebbero
dovuto superare.
In questo senso, l’agrifoglio risulta essere vicino alle sacre Filatrici
del Destino, nonché loro stesso strumento per determinare la sorte
degli uomini posti sotto la loro protezione.
Sempre tra i celti, con il legno dell’agrifoglio si costruivano le lance
e gli scudi dei guerrieri. Anche in questo caso appaiono chiaramente le
funzioni di attacco alle forze ostili e, al contempo, difesa da esse,
esercitate dalla pianta e probabilmente resi ancor più potenti ed
efficaci dai suoi influssi sottili.
Anche i neonati potevano essere protetti da questo magico arbusto;
per questo venivano spruzzati con l’Acqua di Agrifoglio, preparata come
infuso delle foglie oppure come distillato.
Infine, pare che un antico incantesimo usasse l’agrifoglio per attirare i
desideri del cuore. Se ne dovevano raccogliere nove foglie da una
pianta non troppo spinosa, dopo la mezzanotte di un venerdì, nel più
completo silenzio. Le foglie dovevano essere avvolte in un panno bianco,
alle cui due estremità si dovevano fare nove nodi. Il sacchettino
andava quindi riposto sotto al cuscino e ciò che si sarebbe intensamente
desiderato, poggiandovi sopra la testa, si sarebbe presto avverato.
Altri usi dell'agrifoglio sono riportati in questo bellissimo sito:
Il Tempio della Ninfa
Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Ilex_aquifolium
http://goodmorningumbria.wordpress.com/2009/11/17/agrifoglioilex-aquifoliumfam-aquifoliacee/
Alfredo Cattabiani, Florario, Oscar Mondadori
Fred Hageneder, Lo spirito degli alberi, Edizioni Crisalide
http://erboteca.altervista.org/piante_a/agrifoglio_file/agrifoglio.html