domenica 20 novembre 2011

Fili e Cristalli

Il metallo avvolge la pietra e la protegge. Mi piace creare gioielli con i fili metallici e le pietre dure, in verità mi piace creare...creo con fili di ogni genere e tutto quello che si crea rientra nell'Arte che intendo imparare.

 Pietra di Luna avvolta in Filo di Rame Ricoperto
Qualche curiosità... 

Pietra di Luna
Chiamata anche Adularia è detta Pietra di Luna per i suoi riflessi opalescenti e argentei che ricordano l'astro notturno.
Chimicamente è un silicato di alluminio e potassio
Si usa per riequilibrare la parte femminile che è in noi. E' una pietra gentile che dona equilibrio e riconnette con i cicli naturali, combattendo anche gli stati di ansia.

Rame
E' un elemento molto importante nella storia dell'umanità essendo probabilmente il primo metallo a essere utilizzato dall'uomo. Ancora oggi è molto impiegato, si usa come conduttore elettrico, per creare pentole e padelle, nella produzione del vetro, in agricoltura come sale e in molte altre forme in lega con altri metalli.
A livello biologico è un minerale traccia che però è fondamentale per la crescita dell'organismo, giocando un ruolo fondamentale nei processi metabolici.
Nell'alchimia il rame era associato al pianeta Venere, quindi ha anch'esso una connotazione femminile. Questo legame sembra scontato in quanto il suo nome latino è Cuprum e indica il fatto che questo metallo proviene da Cipro, isola madre di Venere.

Mi piace vedere come le cose alla fine siano interconnesse...
Fonti: Cristalloterapia- Ed Xenia
          Rame-Wikipedia


sabato 19 novembre 2011

Cristalli di freddo

La mattina,
il paesaggio è immerso nel gelo 
e sembra di essere immersi 
in una favola russa.


Camminando in queste foreste di ghiaccio troverei streghe, regine, dee che vivono nella leggenda, sempre uguali, sempre diverse nel loro reame bianco.

mercoledì 9 novembre 2011

L'agrifoglio

L'agrifoglio ha un posto particolare nel cuore. E' la pianta che sento più vicina per carattere con le sue foglie verdi appuntite e le sue bacche rosse che sfamano gli uccellini.
L'agrifoglio (Ilex aquifolium) è una pianta appartenente alla Famiglia delle Aquifoliaceae.
Albero o arbusto dioico ovvero un piede porta fiori maschili e l'altro fiori femminili alto fino a 20 m allo stato spontaneo, ha chioma piramidale, corteccia liscia grigia e rami verdastri, spontaneo in Italia. Il legno è molto duro, compatto e di colore grigio chiaro; si usa per sculture, bastoni, manici di utensili e lavori di ebanisteria. Dal fogliame verde scuro lucente, decorativo, con varietà variegate di bianco, crema o giallo, e frutti che offrono un decorativo contrasto con il colore delle foglie, coriacee, persistenti, a margine spinoso nei rami più bassi delle giovani piante, intero nelle piante adulte. I fiori piccoli riuniti in fascetti hanno 4 petali di colore bianco o rosato, unisessuali, quelli maschili hanno 4 stami quelli femminili un pistillo con ovario supero sormontato da 4 stimmi quasi sessili, durante l'inverno portano drupe globose di colore rosso vivo lucente a maturazione, contenenti 2-4 semi.
In genere viene poco utilizzato in fitoterapia poichè, specialmente le bacche contengono componenti tossici per l'uomo, ma non per gli uccellini che si cibano delle sue bacche e sotto alla sua chioma trovano protezione.

                           


La magia dell'agrifoglio
Fin dai tempi antichi l'agrifoglio è stato un simbolo di protezione contro il male a causa delle sue foglie appuntite
Nella tradizione scandinava l'agrifoglio è un albero benedetto da Odino con le bacche rosse per essere stato l'ultimo giaciglio di Baldur, il bel dio della vegetazione, ucciso dall'invidioso Loki.
In passato vi era l'usanza di mettere dell' agrifoglio sulla soglia di casa al fine di impedire l'ingresso a persone o quant'altro di negativo e dannoso. 
Il nome inglese "holly" ricorda chiaramente la parola "holy" sacro.
Celti, Latini, Greci ed Etruschi hanno per questo arbusto la stessa visione: l’agrifoglio protegge dal male e garantisce fecondità e continuità della vita.  L’Agrifoglio è simbolo di paternità e amore fraterno ed è sempre stato considerato simbolo di vita. Il suo legno veniva usato per costruire ottime lance facilmente bilanciabili nelle mani di un guerriero e precise nella direzione in cui venivano scagliate. In inverno le pungenti foglie dell’agrifoglio non hanno perduto il loro verde scuro e lucidissimo, e le bacche scarlatte fanno capolino nel diffuso biancore, trasmettendo calore, vitalità e allegria. Queste particolarità hanno fatto di questo albero un simbolo del Solstizio d’Inverno, un inno alla rinascita imminente del Sole caldo e luminoso, un augurio di gioia e buona fortuna per l’anno che deve venire. Le sue bacche soprattutto, anticamente erano viste come piccole eco del grande astro di cui si attendeva trepidanti il ritorno. Per questo, qualche giorno prima del Solstizio si usava regalare dei rametti di agrifoglio alle persone amate: essi rappresentavano l’immortalità, la sopravvivenza oltre la morte apparente, e avrebbero portato una piccola luce nel buio e un po’ di calore nel gelo, insieme alla fortuna che proviene dai regni della natura sottili. I druidi appendevano rami di agrifoglio nelle loro abitazioni per onorare con amore gli spiriti della foresta, e dopo di loro questa usanza continuò ad essere rispettata, con l’intento di allontanare sortilegi e fulmini, di propiziare la fertilità degli animali e della terra, e soprattutto la protezione dalle presenze malevole e dalla sfortuna. Le spine appuntite delle sue foglie, infatti, mostrano senza alcun dubbio la sua funzione di difesa naturale, di combattività verso ciò che è pericoloso o ostile, di reazione attiva agli stati d’essere negativi. I fiorellini bianchi dell’agrifoglio, appesi alla maniglia della porta di casa, si credeva ostacolassero l’entrata di persone o entità dannose, e questa forza magica si pensava fosse ancora più forte e potente se la porta stessa fosse stata costruita con il suo legno duro e resistente. Soprattutto durante le feste del Solstizio e del Natale una simile protezione sarebbe stata auspicabile, dato che in tal periodo i folletti del bosco si sbizzarriscono e sono molto più dispettosi del solito e si sbizzarriscono con i loro scherzi e le loro malefatte. Un’altra proprietà magica dell’agrifoglio era quella di ammansire gli animali selvatici e imbizzarriti, nonché quella di rendere più dolce e sopportabile il gelo dell’inverno, proprio come un piccolo Sole che agiva in modi misteriosi, forse scaldando e rallegrando l’anima più che il corpo.
Come albero simbolo del Solstizio d’Inverno, l’agrifoglio è anche legato alla parte calante dell’anno, quella che dal momento di maggior splendore del Sole porta al momento più buio e freddo. Esso rappresenta il Vecchio dell’anno passato, il Re Agrifoglio dalla lunga barba bianca e dal sorriso radioso che porta i suoi regali a chi ha conservato in sé uno spirito bambino. Egli, che a seconda delle tradizioni assume nomi diversi, non è altri che il dolce e caro Babbo Natale, che proprio per non dimenticare le sue antichissime origini, ancora oggi porta tradizionalmente un rametto di agrifoglio sul berretto. In Irlanda, se si ricevevano rami d’agrifoglio prima del Solstizio, questi venivano spazzati fuori subito dopo il Solstizio stesso, poiché non era di buon auspicio conservare le cose dell’anno vecchio, ed inoltre in tal modo si spazzava via tutto ciò che apparteneva al passato, potendo poi cominciare un nuovo ciclo più leggeri e con lo sguardo rivolto non indietro, ma avanti a se. Come accennato, l’agrifoglio era connesso anche alla Fortuna che poteva pervenire dai regni sottili. Questa sua magica caratteristica compare in una delle antiche leggende irlandesi appartenente al Ciclo di Finn Mc Cumhail, nella quale si racconta che le tre figlie di Conanan possedevano tre fusi costruiti con il suo legno. Su di essi le tre Donne avevano posto matasse di filo fatato ed avevano filato la sorte di Finn e dei suoi guerrieri, provocando il loro imprigionamento e forse, con esso, una delle prove che essi avrebbero dovuto superare.
In questo senso, l’agrifoglio risulta essere vicino alle sacre Filatrici del Destino, nonché loro stesso strumento per determinare la sorte degli uomini posti sotto la loro protezione.
Sempre tra i celti, con il legno dell’agrifoglio si costruivano le lance e gli scudi dei guerrieri. Anche in questo caso appaiono chiaramente le funzioni di attacco alle forze ostili e, al contempo, difesa da esse, esercitate dalla pianta e probabilmente resi ancor più potenti ed efficaci dai suoi influssi sottili.
Anche i neonati potevano essere protetti da questo magico arbusto; per questo venivano spruzzati con l’Acqua di Agrifoglio, preparata come infuso delle foglie oppure come distillato.
Infine, pare che un antico incantesimo usasse l’agrifoglio per attirare i desideri del cuore. Se ne dovevano raccogliere nove foglie da una pianta non troppo spinosa, dopo la mezzanotte di un venerdì, nel più completo silenzio. Le foglie dovevano essere avvolte in un panno bianco, alle cui due estremità si dovevano fare nove nodi. Il sacchettino andava quindi riposto sotto al cuscino e ciò che si sarebbe intensamente desiderato, poggiandovi sopra la testa, si sarebbe presto avverato.


Altri usi dell'agrifoglio sono riportati in questo bellissimo sito: Il Tempio della Ninfa



Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Ilex_aquifolium
         http://goodmorningumbria.wordpress.com/2009/11/17/agrifoglioilex-aquifoliumfam-aquifoliacee/
         Alfredo Cattabiani, Florario, Oscar Mondadori
         Fred Hageneder, Lo spirito degli alberi, Edizioni Crisalide
         http://erboteca.altervista.org/piante_a/agrifoglio_file/agrifoglio.html